31 maggio 2006

MoscetaDoubleTrouble


Torna a galla una vecchia fissa. Lo scorso anno, il primo tentativo. Fallito in una lunga serie di inconvenienti tecnici e jat-lag astronomico. Quest'anno, 10 giugno 2006, il secondo tentativo!
Doppia discesa da Mosceta, double-trouble. Un'altra Epic Production targata WestCoast. ;-)
Ritrovo ore 8 - 8:15 a Ponte Stazzemese (LU), prima salita meccanizzata fino a Passo Croce, seconda parte di salita a pedali fino quasi in cima al Corchia e discesa fino al rifugio Del Freo: primo singletrack impegnativo, LaFossa. Una traccia stretta scavata all'interno della terra, con gradoni in pietra e il passaggio giusto da scegliere in un attimo tra una pinzata ai freni ed un colpetto di pedale.
Dal rifugio il FirstTrouble: discesa fino ad Isola Santa passando da Col di Favilla dove osserveremo un minuto di raccoglimento in memoria del bianco DMR Tailstar del PDL, che qui terminò il suo lungo ed onorato servizio nel nome del FFF (Front For Fuck). Traccia non troppo tecnica, buona velocità, doubletrack in ciottolato a tratti sconnesso, ricco di curve e controcurve, ultima parte prima del paese sommerso in singletrack con ancora più tornanti e un pò più di pendenza.
Arrivati ad Isola Santa inizia la lunga salita per tornare a PassoCroce, questa volta tutta a pedali, passando da Tre Fiumi, dal Cipollaio, salire ancora fino al Passo Croce per poi ripetere il singletrack LaFossa.
Qui pausa pranzo al rifugio prima della SecondTrouble. la lunga discesa verso Cardoso. Prima parte caratterizzata dalla traccia fantasma tra erba alta e misteriose voragini che si apriranno sotto le nostre ruote prima di un tratto in falso piano dove il panorama fa letteralmente girare la testa. Ci si sente piccolissimi di fronte a tanta maestosità eppure ci si sente grandissimi tanta è l'emozione che lo spettacolo di questi monti riesce a trasmattere. Si entra nel bosco e, dopo alcuni passaggi anche a piedi, il singletrack diventa sempre più divertente, lunghi tratti scorrevoli e alcuni passaggi più tecnici, una infinità di curve, controcurve e tornanti, con la traccia che diventa sempre più scorrevole e il fondo sempre più compatto e battuto..vorresti non finisse mai. Invece siamo quasi a valle, un tratto di discesa asfaltata ed eccoci di nuovo alle auto a berci un birrino, meritatissimo, in onore di questi monti e questi sentieri.
Vi ho fatto venire voglia? Cancellate tutti gli impegni per sabato a ci vediamo ai piedi delle AlpiApuane.

M!

18 maggio 2006

To Live Is To Ride

Dietro questa nebbia che sale ci sono monti scavati, cave di marmo rigate da sangue e sudore, dalla fatica di uomini e ragazzi. Il tempo cambia tante cose, e anche antichi lavori sono cambiati.
Pedalo sempre più vicino al basso guardrail in acciaio arrugginito, l'asfalto è eroso da inverni freddi, dalle neve e dal ghiaccio. Laggiù, lontano dai miei occhi, occultato da questo vortice di nubi c'è il mare. Sento il soffio del vento che a folate sale da queste valli verso la vetta e il cielo, il mio respiro si sincronizza. I pedali girano lenti, le gambe sono quasi senza forze, ma non voglio arrendermi, voglio salire fino alla cima senza rallentare troppo, senza fermarmi. Il tempo sembra fermarsi, anzi tornare indietro, ad un tempo indefinito. Questa fatica ora è metafisica, è zen, è una preghiera. Le gambe fanno male ma è una sensazione di leggerezza a prendere in sopravvento. Ora capisco perchè amo tanto la bici. Tutto assume un significato diverso da ciò che è la realtà di fronte ai miei occhi, è tutto una sorta di metafora, o forse una specie di limbo. Magia. La vetta.
In salita in fondo sei solo...anche quando sei in compagnia resta una parte di te staccata dalla realtà, dagli altri. Parli, scambi magari anche qualche battuta, ma senti sempre una parte della tua testa viaggiare con un altro ritmo, ed è forse la parte più intima di te. Ti concentri sul respiro, ti fissi sulle ruote che scorrono, cerchi mille modi per sentire meno la fatica. Tutto questo ha il suo innegabile fascino e nel suo piccolo è ciò che lo rende epico. Non è epico per la fatica, non è epico per i kilometri che percorri, non è epico per la durezza della salita: è epico per le emozioni che suscita dentro di te.
E quando arrivi alla fine di una discesa non ti trattieni e non puoi fare a meno di abbracciare i tuoi compagni. E quelle strette di mano, quei sorrisi ti fanno sentire vivo e felice. Davvero.
Credits:
Leopard, Campocecina, il barattini, @one (anche se si estranea dalla lotta), PazzoDiLucca, Maik (grazie per i complimenti), Mommi, Secco, Tomb, Tarantola, Boic e tutti tutti quanti, i nomi non me li posso proprio ricordare...Front For Fuck!!!!
M!

08 maggio 2006

CampoCecina Epic Ride

Ciao
Scrivo velocemente perchè sono di corsa!
Ecco cosa mi propone il mio amico Leopard per Sabato 13.
Era un'idea che girava da un pò, rifare uno di quei giri che si facevano 12 anni fa quando molti di noi scoprivano le MTB. L'escursione era un classico dell'epoca e negli anni è migliorato grazie a la scoperta di nuove discese veramente belle, una su tutte il Barattini. Il giro è molto impegnativo sia per la salita (circa 24 km, 1500m di dislivello) che per la discesa con alcuni tratti molto tecnici.
In massima sintesi:
Lunghezza: km. 40
Salita (50% sterrato, 50% asfalto): Dogana - Casano - Marciano - Forte Bastione - La Spolverina - strada per Campocecina (La Maestà, La Gabellaccia) - Rifugio Carrara - prati di Campocecina.
Discesa (95% sterrato): Prati di Campocecina - Acqua Sparta - La Gabellaccia (sent.185) - Castelpoggio - Via del soldato - sentiero Barattini
Si parte alle ore 9:00 da Dogana di Ortonovo, ritrovo in un parcheggio ad un paio di Km dall'uscita autostradale di Carrara.
Queste le indicazioni per raggiungere il ritrovo:
- uscita autostradale Carrara prendere a sinistra (direzione monti)
- al secondo semaforo dopo un sottopasso ferroviario si gira ancora a sinistra (siamo sull'Aurelia)
- una volta sull'aurelia al primo semaforo (dopo circa 500 m.) girare a destra (direzione monti) dopo circa 400 metri ci troviamo un ponte sulla destra con scritto solidarietà e qualcosa, lo attraversiamo e subito a sinistra c'è uno spiazzo sterrato dove possiamo parcheggiare.
Per chi vorrà c'è la possibilità di rifocillarsi al rifugio Carrara mt. 1320, mettendo le gambe sotto il tavolino oppure al sacco.
Durata prevista del giro: 6-7 ore
M!

02 maggio 2006