29 giugno 2009

La Brugiana, lo Sperma e la West Coast Inferno

Stamani mi sono fatto un giretto a piedi ai piedi della Brugiana in cerca di un sentiero che collegasse lo Sperma (il sentiero che da Bergiola Foscalina scende alla Frangola) a Bergiola Maggiore, codì da poterla usare per il percorso della West Coast Inferno.
Fortunatamente sono riuscito a trovare la traccia buona al primo colpo, così ho potuto percorrerla con calma e valutare gli interventi da fare.
Mentre tornavo verso l'auto ho notato su una roccia una freccia rossa, fatta con della vernice.
Come in un improvviso flash-back la mente è tornata indietro nel tempo ai ricordi di quando per la prima volta vidi poco più in alto una freccia proprio come quella, rossa e sempre su una pietra.
Sono passati 10 anni da quella volta.
Il mio modo di andare e vivere la bici aveva ricevuto la svolta definitiva dopo la mia prima partecipazione al Bike Festival di Riva del Garda.
Era il 99 se non erro...c'era del fermento, si direbbe.
Voglia di evadere, vedere posti nuovi e gente nuova.
La MTB stava vivendo la nascita di una New School, lontana da cronometri, allenamento e gare.

A quel tempo pedalavo una Santa Cruz Chamaleon montata SID da 80, XTR e freni Magura HS33.
Pochi giorni dopo il Bike Festival la SID lasciò il posto ad una Marzocchi Z3 Flylight da 100mm, l'attacco manubrio da 120mm era sceso ad 80mm e si era inclinato paurosamente verso l'alto, le gomme da 1,95 erano diventate da 2,10 e i pedali erano dei vecchi XT flat presi in prestito dal buon Lancillotto.

Quello che non era cambiato era il "vizio" di spulciare cartine più o meno vecchie alla caccia del "sentiero nascosto", una fantasiosa traccia da assurgere a testamento della mia nuova vocazione.
C'era bisogno di sentieri impegnativi, che in qualche modo alzassero il livello.
E così su di una cartina un pò vecchiotta avevo addocchiato questa linea tratteggiata che seguendo la linea di cresta di un lato della brugiana, collegava Bergiola Foscalina ai piedi della foce, in una località a me semisconosciuta chiamata Frangola.
Un pomeriggio convinsi quindi due compagni di uscite di allora (Luigi e Roberto, quello che poi sarebbe divenuto famoso come Macinino) ad unirsi alla mia esplorazione.
L'uscita si stava rivelando frustrante perchè non c'era verso di trovare la traccia giusta.
Ogni tentativo si concludeva nella fitta boscaglia.
Stavamo per abdicare convinti che quella traccia fosse ormai stata ingoiata dal bosco.
Il sole stava calando ma un raggio di luce tra gli alberi ci indicò la strada giusta, quella traccia che fino a poco prima si era celata ai nostri occhi.
Una freccia rossa, su una roccia, e sotto una parola inequivocabile: MASSA.
Ci sentimmo rinfrancati, c'era una speranza, e quella traccia si sembrò forse più larga di quanto lo fosse in realtà.
Percorrere quel sentiero fu un'emozione unica che ancora oggi è davvero viva e forte..ed ogni volta che percorro lo Sperma sento l'eco nella mia anima.

Passarono pochi giorni e Matteo Cappè, già noto come Telaio Piegato, mi chiamò per dirmi che era giù a Carrara e che sarebbe stato bello farci un giretto assieme.
Lo raggiunsi a casa sua, su a Bergiola Foscalina, e lo portai a fare questo sentiero che avevo appena scoperto.
Ricordo di una buona mezz'ora passata a provare e riprovare una curva che tagliava una frana, quasi alla fine del sentiero.
Arrivati in fondo eravamo esaltatissimi: "questo sentiero è come una sega, disse matteo, lo chiameremo Sperma."
A me andò bene così...

Nei mesi successivi lo Sperma conobbe anche la traccia alternativa, quella che dalla cappelletta gira a destra verso il canale, mentre originariamente si proseguiva dritti sulla linea di massima pendenza, verso i tralicci.

In fondo sento questo sentiero come un mio figlio adottivo, vedere che è sempre utilizzato, che è in un certo senso "famoso" mi riempie di orgoglio, penso che chissà, fra qualche anno i ragazzini che lo percorreranno potranno sentire un po' di quella emozione che sento io ogni volta che le mie ruote si sporcano di questa terra.
Ma non posso fare a meno di pensare a quel misterioso vecchietto che regolarmente si fa questi sentieri a piedi, pulendoli e disegnando sulle pietre le frecce con la tinta rossa, quelle stesse frecce che 10 anni fa ho seguito per scoprire uno dei tracciati più belli della zona.

01 giugno 2009

4 Ore Les Iles

Raccogliendo l'invito di Marco "Yoda" decido di preparare armi e bagagli e salire nella vallèe per partecipare alla prima edizione della "4 Ore di Les Iles". 
Marco lavora in un negozio di bici ad Aosta, ed oltre ad avere grande esperienza è un tipo curioso, e nel giro di poco tempo si è appassionato alla singlespeed: da qui la voglia di provare a "diffondere il verbo" anche nella valle, partecipando alla 4 ore. 

Raggiungo Arvier, dove ho avuto l'onore di conoscere YODA "the original", la cagnetta di Marco, e Cora, sua moglie. 
Dopodiché, trasferimento in ristorante per mettere le gambe sotto il tavolo per una cena pre-gara per pianificare la nostra tattica per la domenica.
Inveitabilmente cena leggera: prosciutto crudo e mocetta, crespelle alla valdostana, cervo e polenta e vino rosso "SaroDjablo".  Potessi mangerei così almeno 4 volte a settimana. 

Dopo una dormita ristoratrice, arriva la mattina della gara. Trasferimento sul campo gara, montaggio gazebo e vestizione. Le maglie fatte preparare da Yoda fanno molto "dark side of the force" quindi sono perfette per la nostra missione: diffondere il lato oscuro anche nella Vallèe. 

Il percorso è molto bello, anche se lungo solo 4,8km. Dopo la partenza su prato ci si trova davanti uno strappone in terra sul quale i cambio-dotati cercano di massacrare le catene, mentre noi saliamo grazie alla nostra grandissima PUTENZA ed efficenza delle nostre SS. 
Dopo un tratto pari ci si immette in una sezione di percorso dal fondo ondulato e smosso che costeggia la ciclabile asfaltata, che viene poi attraversata per salire su di un argine; 100m di singletrack e si ridiscende l'argine per risalirvi e scenderne immediatamente dopo. 
Attraversata nuovamente la ciclabile si entra nel primo tratto nel bosco: entrata veloce con curva subito a destra dove alcuni si sono pure sdraiati per aver esagerato con la velocità (due proprio davanti a me nel primo giro). Tratto tutto curve misto single/doubletrack con un paio di strappettini che preludevano a "discesine" carine e divertenti. 
Dopo questa prima parte guidata un lungo trasferimento su asfalto dal quale si deviava per entrare un tratto sabbioso, dopo il quale un bellissimo tratto tra gli alberi con semicurve, molto "flow", sempre in singletrack. 
Di nuovo strappetto, 30m di ciclabile e di nuovo giu dall'argine. 
Dopo un tratto pianeggiante si entrava nella parte a mio parere più bella e guidata: curve, controcurve, bravi rilanci, strappettini e discesine: molto, molto, ma molto bello davvero. A questo punto si costeggia il laghetto per tornare alla zona cambio e arrivo. 

Yoda lo vedi subito che è in grande forma: pedala con tranquillità e spinge il suo 36x18 con familiarità. Stesso rapporto per me, solo che io al posteriore ho una 26" quindi leggermente più agile. Ero tentato di montare un 17, però ho pensato che forse, vista la mia condizione sarebbe stato meglio risparmiarsi un pochino, in modo da allungare la mia agonia il più possibile. :-) 
(Il mio giro perfetto e più veloce credo sia stato intorno ai 13 minuti, forse un briciolo meno, con un 17 avrei abbassato almeno 30 secondi sui tratti pianeggianti, quello di Marco uno splendido 11.20, e considerate che girava stabilmente sui 12 minuti/giro). 

La nostra tattica di gara è semplice: prima ora di corsa un giro a testa poi dalla seconda ora in poi, 2 giri a testa. Tutto bene fino a quando, poco dopo metà gara si è alzato un vento bastardo porco, contrario per metà percorso. 
Il vento è terribile...io lo odio davvero. Magari i valdostani ci sono abituati: mentre io inveivo loro sapevano solo dire: strano che non ci fosse vento stamani! 
Mi chiedo come facciano a vivere sereni eheheh. Ed invece sono di una serenità unica. molto sorridenti e disponibili, poi dicono che sono gente chiusa: Cazzate!!
L'ambiente è stato splendido, atmosfera rilassata come nelle vecchie gare xc dove, sia che tu ti conosca o meno, viene spontaneo chiacchierare e salutarsi e chiedere come va come non va. 
Comunque, quel vento, nel corso della terza ora ha esaurito le mie riserve di energie, mentre Yoda era sempre bello pimpante. 
Da grande stratega quale sono ed intravedendo possibilità di rimonta, ho messo da parte il mio egoismo e ho spinto il mio compagno di squadra all'impresa nelle ultime tornate, cosa che ci ha spinto fino alla top ten dei team. (messa giu così faccio anche una bella figura, ahahahah).

La gara secondo me ha le basi giuste per arrivare ad essere una 6h (anche singlespeed) di buon livello. 
Quindi faccio i complimenti anche agli organizzatori, mandandogli un grosso "in bocca al lupo" per le prossime edizioni. 
Per il resto grandissimo onore a Marco, un vero animale da bici, ma soprattutto un ringraziamento di cuore (anche a sua moglie ovviamente) per il bellissimo weekend passato su nella Vallèe. GRAZIE!

The Dark Side Strikes In The Vallée.