Stamani mi sono fatto un giretto a piedi ai piedi della Brugiana in cerca di un sentiero che collegasse lo Sperma (il sentiero che da Bergiola Foscalina scende alla Frangola) a Bergiola Maggiore, codì da poterla usare per il percorso della West Coast Inferno.
Fortunatamente sono riuscito a trovare la traccia buona al primo colpo, così ho potuto percorrerla con calma e valutare gli interventi da fare.
Mentre tornavo verso l'auto ho notato su una roccia una freccia rossa, fatta con della vernice.
Come in un improvviso flash-back la mente è tornata indietro nel tempo ai ricordi di quando per la prima volta vidi poco più in alto una freccia proprio come quella, rossa e sempre su una pietra.
Sono passati 10 anni da quella volta.
Il mio modo di andare e vivere la bici aveva ricevuto la svolta definitiva dopo la mia prima partecipazione al Bike Festival di Riva del Garda.
Era il 99 se non erro...c'era del fermento, si direbbe.
Voglia di evadere, vedere posti nuovi e gente nuova.
La MTB stava vivendo la nascita di una New School, lontana da cronometri, allenamento e gare.
A quel tempo pedalavo una Santa Cruz Chamaleon montata SID da 80, XTR e freni Magura HS33.
Pochi giorni dopo il Bike Festival la SID lasciò il posto ad una Marzocchi Z3 Flylight da 100mm, l'attacco manubrio da 120mm era sceso ad 80mm e si era inclinato paurosamente verso l'alto, le gomme da 1,95 erano diventate da 2,10 e i pedali erano dei vecchi XT flat presi in prestito dal buon Lancillotto.
Quello che non era cambiato era il "vizio" di spulciare cartine più o meno vecchie alla caccia del "sentiero nascosto", una fantasiosa traccia da assurgere a testamento della mia nuova vocazione.
C'era bisogno di sentieri impegnativi, che in qualche modo alzassero il livello.
E così su di una cartina un pò vecchiotta avevo addocchiato questa linea tratteggiata che seguendo la linea di cresta di un lato della brugiana, collegava Bergiola Foscalina ai piedi della foce, in una località a me semisconosciuta chiamata Frangola.
Un pomeriggio convinsi quindi due compagni di uscite di allora (Luigi e Roberto, quello che poi sarebbe divenuto famoso come Macinino) ad unirsi alla mia esplorazione.
L'uscita si stava rivelando frustrante perchè non c'era verso di trovare la traccia giusta.
Ogni tentativo si concludeva nella fitta boscaglia.
Stavamo per abdicare convinti che quella traccia fosse ormai stata ingoiata dal bosco.
Il sole stava calando ma un raggio di luce tra gli alberi ci indicò la strada giusta, quella traccia che fino a poco prima si era celata ai nostri occhi.
Una freccia rossa, su una roccia, e sotto una parola inequivocabile: MASSA.
Ci sentimmo rinfrancati, c'era una speranza, e quella traccia si sembrò forse più larga di quanto lo fosse in realtà.
Percorrere quel sentiero fu un'emozione unica che ancora oggi è davvero viva e forte..ed ogni volta che percorro lo Sperma sento l'eco nella mia anima.
Passarono pochi giorni e Matteo Cappè, già noto come Telaio Piegato, mi chiamò per dirmi che era giù a Carrara e che sarebbe stato bello farci un giretto assieme.
Lo raggiunsi a casa sua, su a Bergiola Foscalina, e lo portai a fare questo sentiero che avevo appena scoperto.
Ricordo di una buona mezz'ora passata a provare e riprovare una curva che tagliava una frana, quasi alla fine del sentiero.
Arrivati in fondo eravamo esaltatissimi: "questo sentiero è come una sega, disse matteo, lo chiameremo Sperma."
A me andò bene così...
Nei mesi successivi lo Sperma conobbe anche la traccia alternativa, quella che dalla cappelletta gira a destra verso il canale, mentre originariamente si proseguiva dritti sulla linea di massima pendenza, verso i tralicci.
In fondo sento questo sentiero come un mio figlio adottivo, vedere che è sempre utilizzato, che è in un certo senso "famoso" mi riempie di orgoglio, penso che chissà, fra qualche anno i ragazzini che lo percorreranno potranno sentire un po' di quella emozione che sento io ogni volta che le mie ruote si sporcano di questa terra.
Ma non posso fare a meno di pensare a quel misterioso vecchietto che regolarmente si fa questi sentieri a piedi, pulendoli e disegnando sulle pietre le frecce con la tinta rossa, quelle stesse frecce che 10 anni fa ho seguito per scoprire uno dei tracciati più belli della zona.