03 novembre 2012

I sentieri NON sono di tutti.

La mia passione per la mountain bike è un riflesso della mia passione, in primo luogo, per la montagna e per le emozioni che la montagna trasmette.
Forse serve una predisposizione per saperle “ascoltare”, forse è solo un fatto caratteriale, un fatto di “gusti”.
Trovarmi in montagna, circondato da vette brulle e imponenti o da boschi ora fitti e misteriosi ora solari e colorati è per me un modo per entrare in contatto con il Creato.
La mia fede influenza sicuramente queste percezioni, e per me è impossibile non percepire la presenza di Dio in certi luoghi.
Ma aldilà di questo, mi piace, amo sentire il messaggio che il monte, il bosco e sporattutto i sentieri che li attraversano cercano di comunicarci.
Un messaggio ricco di Memoria, di fatica e anche di sangue.
Quello dei nostri padri e nonni, che hanno scolpito pazientemente questi pendii e queste pietre, con una doppia prospettiva: da una parte l'utilità immediata di quel lavoro, più diretta ed interessata, dall'altra la coscienza di lasciare qualcosa a chi sarebbe venuto dopo, forse con la magari non completamente consapevole speranza che i loro figli avrebbero continuato a vivere e condividere il loro lavoro.
Sfogliare una cartina o le foto dal cielo per cogliere e scrutare vecchi “nuovi” sentieri, sognare di percorrerli, cercare di immaginare quale storia e quate storie quei sentieri hanno visto e vissuto a volte mi commuove. Penso a quanti sentieri hanno visto e sono stati protagonisti della lotta per la libertà.



La montagna e i suoi sentieri ti obbligano ad essere corretto ed onesto verso te stesso, ti obbligano al rispetto per la natura, la sua forza ed il suo essere, rispetto a noi, eterna.
La vita di oggi ci impone ritmi così veloci che volenti o nolenti, ci condizionano anche in quegli aspetti che dovrebbero esulare dalla vita quotidiana.
Anche quando ricerchiamo “la fuga” dalla routine lo facciamo cercando scorciatoie, abbiamo sempre fretta.
Questa fretta ci ha fatto perdere di vista il senso profondo di parole come correttezza, educazione, pazienza, rispetto, onestà.
Tutte queste parole io le ritrovo nel lavoro che da anni metto nella cura per i sentieri.
Sentieri che a volte finisco con sentire miei, ed è fastidioso se non anche doloroso vedere quei sentieri violati, maltrattati, non capiti.
Quasi fossero cose, oggetti inanimati, utili ma con una data di scadenza.
Mi riesce difficile concepire la MTB come qualcosa di distaccato dall'amore per la montagna ed il territorio eppure, come è ovvio che accadesse, il grande sviluppo della MTB degli ultimi anni ha portate all'interno del “movimento” persone che vivono la bici, e di conseguenza il sentiero, come un video gioco, dove tutto è già preparato da altri e dove, una volta che si è finito il gioco o ci si annoia, basta cambiare il DVD nella Play.
Questo trovarsi le “cose pronte” crea in molti insensibilità e mancanza di rispetto finendo così per dividere persone accomunate dalla stessa passione, dando vita a sterili divisioni e discussioni.
Senza voler capire che quella traccia solcata dalle proprie ruote ha in fondo un'anima, un'anima fatta del lavoro di persone che lo hanno costruito, data dalla montagna su cui è “adagiato”, data dalla persona che magari lo ha riportato in vita, con la sola certezza e desiderio di regalare emozioni a se, ma anche e soprattutto agli altri.
Quando un sentiero è ripulito, magari ricostruito, il primo pensiero è la speranza che esso regali un sorriso agli amici.
Alla base di quel lavoro c'è la speranza di donare qualcosa, donare emozioni.
Percorrere un sentiero pensando anche alla storia che esso porta in se, breve o lunga che sia, renderà quel sentiero più bello, più emozionante ed ogni volta nuovo.

3 commenti:

@one ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
@one ha detto...

Mi piaci perchè sai quello che dici.

Anonimo ha detto...

sai che mi trovi d'accordo su tutto... peccato solo che il tempo sia... quello che è.
Nic Hola