La
mia passione per la mountain bike è un riflesso della mia passione,
in primo luogo, per la montagna e per le emozioni che la montagna
trasmette.
Forse
serve una predisposizione per saperle “ascoltare”, forse è solo
un fatto caratteriale, un fatto di “gusti”.
Trovarmi
in montagna, circondato da vette brulle e imponenti o da boschi ora
fitti e misteriosi ora solari e colorati è per me un modo per
entrare in contatto con il Creato.
La
mia fede influenza sicuramente queste percezioni, e per me è
impossibile non percepire la presenza di Dio in certi luoghi.
Ma
aldilà di questo, mi piace, amo sentire il messaggio che il monte,
il bosco e sporattutto i sentieri che li attraversano cercano di
comunicarci.
Un
messaggio ricco di Memoria, di fatica e anche di sangue.
Quello
dei nostri padri e nonni, che hanno scolpito pazientemente questi
pendii e queste pietre, con una doppia prospettiva: da una parte
l'utilità immediata di quel lavoro, più diretta ed interessata,
dall'altra la coscienza di lasciare qualcosa a chi sarebbe venuto
dopo, forse con la magari non completamente consapevole speranza che
i loro figli avrebbero continuato a vivere e condividere il loro
lavoro.
Sfogliare
una cartina o le foto dal cielo per cogliere e scrutare vecchi
“nuovi” sentieri, sognare di percorrerli, cercare di immaginare
quale storia e quate storie quei sentieri hanno visto e vissuto a
volte mi commuove. Penso a quanti sentieri hanno visto e sono stati
protagonisti della lotta per la libertà.
La
montagna e i suoi sentieri ti obbligano ad essere corretto ed onesto
verso te stesso, ti obbligano al rispetto per la natura, la sua forza
ed il suo essere, rispetto a noi, eterna.
La
vita di oggi ci impone ritmi così veloci che volenti o nolenti, ci
condizionano anche in quegli aspetti che dovrebbero esulare dalla
vita quotidiana.
Anche
quando ricerchiamo “la fuga” dalla routine lo facciamo cercando
scorciatoie, abbiamo sempre fretta.
Questa
fretta ci ha fatto perdere di vista il senso profondo di parole come
correttezza, educazione, pazienza, rispetto, onestà.
Tutte
queste parole io le ritrovo nel lavoro che da anni metto nella cura
per i sentieri.
Sentieri
che a volte finisco con sentire miei, ed è fastidioso se non anche
doloroso vedere quei sentieri violati, maltrattati, non capiti.
Quasi
fossero cose, oggetti inanimati, utili ma con una data di scadenza.
Mi
riesce difficile concepire la MTB come qualcosa di distaccato
dall'amore per la montagna ed il territorio eppure, come è ovvio che
accadesse, il grande sviluppo della MTB degli ultimi anni ha portate
all'interno del “movimento” persone che vivono la bici, e di
conseguenza il sentiero, come un video gioco, dove tutto è già
preparato da altri e dove, una volta che si è finito il gioco o ci
si annoia, basta cambiare il DVD nella Play.
Questo
trovarsi le “cose pronte” crea in molti insensibilità e mancanza
di rispetto finendo così per dividere persone accomunate dalla
stessa passione, dando vita a sterili divisioni e discussioni.
Senza
voler capire che quella traccia solcata dalle proprie ruote ha in
fondo un'anima, un'anima fatta del lavoro di persone che lo hanno
costruito, data dalla montagna su cui è “adagiato”, data dalla
persona che magari lo ha riportato in vita, con la sola certezza e
desiderio di regalare emozioni a se, ma anche e soprattutto agli
altri.
Quando
un sentiero è ripulito, magari ricostruito, il primo pensiero è la
speranza che esso regali un sorriso agli amici.
Alla
base di quel lavoro c'è la speranza di donare qualcosa, donare
emozioni.
Percorrere
un sentiero pensando anche alla storia che esso porta in se, breve o
lunga che sia, renderà quel sentiero più bello, più emozionante ed
ogni volta nuovo.
3 commenti:
Mi piaci perchè sai quello che dici.
sai che mi trovi d'accordo su tutto... peccato solo che il tempo sia... quello che è.
Nic Hola
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